Sono due i libri pubblicati nel 2008 da Maria Riccarda Amorese, uno dei quali è stato presentato questa sera a Bari. Si tratta dei volumi Foglie d'autunno (pp. 176, euro 14), pubblicato per l'editore Altromondo di Padova e E le parole dai pensieri caddero sulla pietra (presentato oggi a Bari) pubblicato da Nicola Calabria Editore, piccola casa editrice di Patti, in Sicilia. In entrambi i volumi c'è un'ampia consonanza di prosa e poesia. In Foglie d'autunno si racconta «Un percorso che scorre attraverso le esperienze di vita dell'autrice: emozioni, gioie, ricordi, dolori, speranze, rimpianti, illusioni che accomunano tutti gli uomini. La vita è cantata nella sua tragicità, nell'orrore che fa gridare, che spinge alla resa, che annienta. Per scoprire che, dal silenzio, si alza ugualmente forte la volontà di resistere, di affermare il bene e l'amore al di là di ogni sofferenza, di non lasciarsi sradicare. La vita che afferma se stessa. Una battaglia personale condotta con lucidità di analisi e senso dell'ironia. Nascono versi leggeri intrisi di saggezza».
Maria Riccarda Amorese è nata a Bari dove vive ed opera. Si è dedicata all’insegnamento nella scuola media, prima in terra di Lucania e poi a Bari e in provincia. Dall’agosto del 1990 è stata cancelliere d’udienza e poi per l’esecuzione presso la Corte d’Appello di Bari, settore penale minorile e non. Numerose le sue pubblicazioni precedenti, a partire dai due volumi pubblicati per Oceano Edizioni dal titolo Il volo del gabbiano e Vestita di miele. Con la casa editrice barese Progedit pubblica poi altri due volumi, Memorie di una schizofrenica e Sei felice, Maria? Poesia dal deserto e L'infinito canto dell'addio, una raccolta di 120 liriche. È poi da segnalare il volume uscito per Emilogos Edizioni dal titolo Il pianoro delle forme: il libro si articola in quattro parti, la prima ambientata interamente nei luoghi molisani, a Rocchetta a Volturno. Per il resto delle tre parti, le liriche sono state scritte a Bari e a Bologna; alcune molto struggenti, pericolosamente inquietanti.