Si è svolta ieri pomeriggio presso il Salone degli Affreschi di Palazzo Ateneo a Bari la prima delle due giornate del convegno internazionale di studi dal titolo La letteratura in Puglia nel Novecento: reti mediterranee. Il convegno è stato organizzato dal Dipartimento di Linguistica, Filologia moderna e letteratura della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari. Un convegno rivolto soprattutto all’ambiente accademico (ne sono testimonianza gli autori di quasi tutti gli interventi: presidi delle Facoltà di Lettere di Bari e Roma, di Scienze della Formazione e di Lingue di Bari, un docente di Italianistica dell’Università di Salamanca), che nondimeno ha avuto più di qualcosa da dire riguardo le tematiche che siamo soliti affrontare su questo blog (che, per inciso, proprio in questi giorni festeggia un anno di vita), vale a dire la letteratura made in Puglia e il rapporto con la piccola e media editoria.
Il volume, attualmente in fase di redazione, verrà pubblicato dalla casa editrice barese Progedit e ospiterà ben 18 saggi che costituiranno un registro della produzione letteraria in ognuna delle province pugliesi, con uno sguardo anche alla realtà editoriale e alle altre iniziative culturali di rilievo in Puglia nell’ultimo quarantennio. Lo stesso Ettore Catalano si è occupato, ad esempio, della letteratura in provincia di Brindisi, segnalando nel corso del suo intervento alcuni tra i nomi più rilevanti contenuti nella sua ricerca, da Maria Marcone a Gianmarco Gallinari, passando per i più giovani Clara Nubile (classe ’74, ha esordito nel 2005 con il romanzo Io ti attacco nel sangue), Arcangelo Amodio (brindisino, residente a Londra, esordiente con il romanzo Mal di mare, 2007) e Antonio Caiulo (particolarmente attento alle tematiche ambientali, si veda Il respiro del cervo, 2006) solo per citarne alcuni. Tra i saggi più importanti che confluiranno nel volume, sono stati citati quello di Daniele Maria Pegorari sui poeti pugliesi del secondo Novecento (in primis Lino Angiuli, ma senza dimenticare Nadia Cavalera, Matteo Bonsante o i giovani Luigi Abiusi e Raffaele Fiantanese) e quello di Cosma Siani sugli scrittori pugliesi residenti all’estero, tra i quali l’italo-americano Luigi Donato Ventura (nato a Trani nel 1845 e morto a San Francisco nel 1912, autore della novella Peppino il lustrascarpe, che viene considerata come la prima prova letteraria d'autore prodotta all'interno dell’emigrazione di massa verso gli Stati Uniti e che è stata pubblicata per la prima volta in Italia solo nel 2007 dalla FrancoAngeli). Un saggio di Lucio Giannone, docente all’Università del Salento, è invece legato alla cultura letteraria in provincia di Lecce nel Novecento.
Va comunque detto che, al di là delle due “correnti” più volte citate negli interventi dei relatori, ovvero quella Nigro-Angiuli da una parte, più vicina a una certa critica di tradizione accademica, e quella Carofiglio-De Cataldo dall’altra, più legata alle recenti fortune editoriali e commerciali, almeno nella giornata di ieri non sono mai stati menzionati - probabilmente per ragioni dovute al taglio accademico degli interventi - alcuni nomi di scrittori pugliesi di alto profilo nazionale, come Mario Desiati, Nicola Lagioia e Alessandro Leogrande, tutti pressoché coetanei e legati tra loro, insieme a Roberto Saviano, da quello che in altri tempi si sarebbe definito un importante “sodalizio” culturale, che stanno pubblicando negli ultimi mesi i propri lavori più maturi (Il paese delle spose infelici, Uomini e caporali, mentre il nuovo romanzo di Lagioia uscirà per Einaudi all’inizio del 2009).