lunedì 26 novembre 2007

Taranto/1: da Cito a Di Bello


Il primo dei due libri su Taranto che presentiamo in questi giorni è la terza fatica di Pinuccio Stea. Dopo i volumi sulla storia politica di Taranto durante la giunta Cannata e negli anni tra Cannata e Cito, questa volta lo studio dell'autore tarantino, già consigliere comunale e provinciale, si concentra su Taranto da Cito a Di Bello. Ovvero come "gioiosamente" si dissesta un Comune (1994-2006) (Edizioni Pugliesi), con una presentazione di Roberto Nistri e prefazione di Beppe Vacca.
Nell'esauriente quarta di copertina si legge: «Quelli ricostruiti in questo ultimo lavoro sono anni segnati da profondi mutamenti, seguiti allo scandalo suscitato dall’inchiesta “Mani pulite”, che modificarono lo scenario politico italiano. Dopo il PCI, che nel 1991 era approdato con grande travaglio e rotture traumatiche al PDS, la DC si trasformò in Partito Popolare Italiano, riprendendo il nome adottato dal partito cattolico nel 1919; anche il Partito Popolare però non vide la confluenza di tutti gli ex democristiani, alcuni dei quali imboccarono strade diverse. Il MSI-Dn dava origine ad Alleanza Nazionale, mentre andranno a sparire formazioni di lunga tradizione democratica quali il PSI, il PSDI ed il PLI. Nasceva infine Forza Italia con la scesa in campo di un imprenditore, Silvio Berlusconi, il cui obbiettivo era quello di opporsi alla possibile affermazione della sinistra».
«A Taranto la vittoria di Giancarlo Cito si dimostrava non una parentesi, più o meno breve, nella vita cittadina, ma il prologo ad un’operazione politica che rendeva strategicamente stabile la presenza della destra al governo della Città, sino al disastroso epilogo dell’esperienza Di Bello sfociata nel dissesto e nel fallimento del Comune di Taranto».

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