È stato presentato lo scorso 23 ottobre a Copertino (LE) il libro di Bianca Tragni che parla proprio della ricorrenza di ieri (ma non solo) della commemorazione dei defunti, dal titolo Il cibo dei morti (pp. 224, euro 12), pubblicato già lo scorso anno dalla casa editrice Palomar. L'autrice è preside del liceo scientifico statale Federico II di Altamura. Giornalista pubblicista è autrice di reportage sulla Puglia e di libri dedicati alla storia degli Svevi e al 1799. Docente di storia e filosofia ha tenuto corsi integrativi di antropologia culturale, storia della Resistenza, storia delle donne, teatro, filosofia comparata. Promotrice della “Settimana Europea dei giovani”, organizza incontri nel liceo di studenti e docenti di diverse nazionalità su tematiche culturali. Ha inoltre curato regia e allestimento di opere teatrali.
In un saggio con lo stile del racconto e del reportage giornalistico, l'Autrice partendo dai ricordi e dalle esperienze personali, risale alle tradizioni popolari di tutt'Italia, in cui il cibo, strumento di vita, è collegato all' antichissimo culto dei morti. In un viaggio variopinto tra riti, usi, superstizioni, pietanze e strane credenze, attraverso l'antropologia e la teologia, l'archeologia e il mito, vengono scandagliate la storia e le tradizioni popolari del mediterraneo, dell'Europa del nord e di altre aree geografiche. Questo un breve estratto del volume: «La sera di Ognissanti si lasciava la tavola imbandita con pane, vino, acqua e qualche altra pietanza familiare. Era una devozione verso i santi e verso defunti. Infatti si credeva che dal mezzodì del 1°novembre al mezzodì del 2 novembre, i morti uscissero in processione in paese….ancora oggi resiste l'usanza di portar cibo a casa del defunto, dopo la sepoltura, per il consolo dei parenti…».