mercoledì 9 luglio 2008

"Il Re di Roma", di G. Lapadula e L. Picconi

Per la collana Who dunnit? della piccola casa editrice Progetto Cultura 2003 di Roma + stato di recente pubblicato un romanzo che vede protagonista un autore pugliese, Giancarlo Lapadula, autore insieme a Lamberto Picconi de Il Re di Roma (pp. 256, euro 12). Il volume è stato anche presentato nei giorni scorsi a Palese, quartiere di Bari, dove è intervenuto anche il sindaco Michele Emiliano. Lamberto Picconi, romano di Trastevere, classe ’48 vive da sempre nella sua città dove esercita, da più di trent’anni, la professione di avvocato penalista. Ha pubblicato articoli su riviste letterarie e una piccola raccolta di poesie (1969). Negli anni ’70 ha fatto una breve esperienza come cronista per un quotidiano locale. Collabora con Edizioni Progetto Cultura curando anche questa nuova collana di gialli. Giancarlo Lapadula, invece, è nato a Brindisi 59 anni fa ma ha diviso la sua vita soprattutto tra Roma e Bari, dove oggi vive e lavora come Professional nel gruppo FS. Ha svolto attività politica e sociale. Negli ultimi dieci anni è stato Consigliere circoscrizionale e poi comunale di Bari ed attualmente è Vice presidente dell’Azienda di trasporto pubblico locale, l'Amtab. Nel 2004 ha fondato l’Associazione culturale "StareInsieme" di cui è Presidente.

Questa la trama del romanzo scritto da Picconi e Lapadula: «Sullo sfondo di una Parma dei nostri giorni, la scomparsa di un bambino, figlio di una delle famiglie più in vista, mette in moto un’intricata vicenda giudiziaria. Un’affascinante investigatrice e un poliziotto della migliore tradizione del noir risolveranno il mistero di strani omicidi-suicidi. Un giallo moderno, raccontato anche con ironia». Lo stesso incipit del romanzo è ambientato nella stazione ferroviaria di Parma, quasi in ossequio all'attività e per "deformazione professionale" dell'autore pugliese del romanzo: «Quella mattina, a Parma, il piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa era pieno di gente. Una bellissima giornata di fine marzo. Il cielo pulito e luminoso annunciava la primavera. Uno stormo di rondini, sul cornicione della stazione, proprio sopra l’orologio centrale che segnava le 11,02, sembrava godere di quell’aria tersa. Quando in lontananza un suono di campane riempì l’aria, lo stormo volò via in direzione di via Verdi, sino a piazza della Pace».