La casa editrice salentina Lupo Editore ha di recente pubblicato l'opera di esordio della giovane scrittrice Chiara Galignano, dal titolo Poco meno (pp. 109, euro 8), una raccolta di poesia suddivisa in due sezioni (la prima, Tana! E libera tutti... e la seconda, Soggetti smarriti) e conclusa da un'originale racconto in prosa. «Eppure, l’hai fatto poco meno degli angeli». Da questa citazione dal biblico libro dei Salmi (Sal 8, 6) Chiara Galignano trae il titolo della sua opera. «Pocomeno - spiega la giovane autrice - è un confine sottilissimo / è l’argine tra l’uomo e gli angeli, tra l’uomo e Dio...è il sentire che ci spezza le ali, confinandoci nell’umanità». Un confino, vissuto come condanna esistenziale, dalla quale scaturisce un singolare “crogiolo interiore” che, a sua volta, genera e spiega lo sfogo poetico dell’autrice: «Non sono forse le tristezze ad inchiodarci nei pensieri, a chiederci di venire fuori, di espiare in parole e carta?». Una espiazione che, nel volume di Chiara Galignano, si concretizza, come detto, in due principali ambiti espressivi e altrettanti capitoli. Nel primo, l’autrice «indaga nei dintorni di se stessa e della propria anima», fermando con potente capacità immaginifica attimi, sentimenti e sensazioni offerte dal quotidiano soffrire o da squarci di gioia familiare. Nella seconda parte, parla, tra l’altro, di silenzio, di piccole cose piane, di isole, di mare («piagato, d’estate, da folle bagnanti di olii e creme», che «risputa, d’inverno, addosso agli uomini la loro merda invasiva»; ma anche dell’Africa «rossa di tramonti e di croci disperate»; e soprattutto del faticoso andare dell’autrice che, «nata a Copertino (Lecce - Salento - Puglia - Sud) e cresciuta qui in bilico tra barocco e mare» si ritrova «per caso o per incanto, a vivere a Bologna» dove vive la sua «esperienza di insegnante precaria (o esistenza precaria di insegnante?) in attesa di un ruolo e di un ritorno al sud».
Riporto, di seguito, una delle poesie di Chiara Galignano, inclusa nella prima sezione del suo volume:
Sigarette iniziate
spente
alla fermata del bus
smorzato firmamento
abbandonato
calpestato.
Piccioni in riga
sospesi sul filo
del tempo
quieti.
Bandiere
affaticate che si
stringono avvolgono
ai sostegni
strangolate.
Grovigli di ferro
- catene ruote cerchi pedali raggi -
ammassate
nella dimenticanza.
Privazioni di senso.