Venerdì 12 settembre 2008, alle ore 11.00, presso la Sala Matutinum della Biblioteca Multimediale del Consiglio Regionale della Puglia "Teca del Mediterraneo", all'interno della rassegna "Percorsi identitari" verrà presentato il volume di Anita Guarnieri, edito dalla casa editrice romana Gangemi nel 2007, dal titolo Pietre di Puglia. Il restauro del patrimonio in Terra di Bari tra Ottocento e Novecento (pp. 224, euro 22). All'incontro saranno presenti, oltre all'autrice, l'assessora all'Assetto del Territorio, Angela Barbanente, e Riccardo Dalla Negra, docente di Restauro presso la Facoltà di Architettura di Ferrara. Coordina Alfonso Marrese, mentre è attesa la presenza in sala anche degli studenti del Convitto Nazionale "Domenico Cirillo" di Bari e dell’Istituto tecnico Commerciale, per Geometri e per il Turismo "G. Salvemini" di Molfetta.
Anita Guarnieri (Bari 1972) è architetto e dottore di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici (2005) presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Chieti-Pescara. Collabora attualmente all'attività scientifica dei corsi di "Teoria e storia del restauro" e di "Laboratorio di Restauro Architettonico A" presso il Politecnico di Bari-Facoltà di Architettura. Ha pubblicato vari articoli sulle tecniche costruttive e su alcuni monumenti pugliesi. Il volume svela le realtà complesse e dinamiche del restauro del patrimonio architettonico regionale pugliese, fortemente caratterizzato da una pratica diffusa, a partire dell'Unità nazionale, di eliminazione delle sovrapposizioni barocche che avevano profondamente mutato l’aspetto dei monumenti. Studiosi e operatori locali in dialettica con i rappresentanti delle istituzioni centrali danno così vita ad un quadro vivace, operativo e disciplinare, che accompagna il tentativo di restituire un'identità stilistica precisa alle “pietre di Puglia”. Dal volume, emerge anche che la Puglia costituì spesso un luogo d'elezione per la messa a punto di metodi e principi poi diffusi a livello nazionale: ne è testimonianza, fra l'altro, la costante presenza nella regione, anche in senso professionale, di personaggi come Giacomo Boni o Gustavo Giovannoni. L'intricata successione di interventi piccoli e grandi, desunta da una grande mole di documenti e rilievi, è snodata con un approccio che si mostra consapevole della mutevole realtà dei monumenti; e soprattutto, senza imporre principi interpretativi desunti dalla discussione contemporanea a vicende che fanno capo a contesti di differente natura, nella speranza di contribuire ad una storia del restauro che sia innanzitutto indagine scientifica, invece che manipolazione ideologica.
