Per le Edizioni Del Rosone di Foggia segnalo la pubblicazione di un interessante studio sulla storia del primo Novecento in Capitanata, ad opera di Francesco Barbaro, giornalista pubblicista della «Gazzetta del Mezzogiorno», dal titolo Carapelle e Ordona. Una guerra tra poveri (pp. 282, euro 20, ill.). Il volume è uno studio monografico su un episodio realmente avvenuto nei pressi del torrente Carapelle il 7 gennaio 1914 quando a causa di un lavoro arbitrario si fronteggiarono gruppi di lavoratori di Ordona e di Carapelle, uno degli episodi più drammatici della storia del movimento contadino in Capitanata. L'autore ha ricostruito la vicenda storica dopo una minuziosa ricerca di carte di archivio, anche a Roma, per capire le ragioni politiche e sociali del grave fatto di sangue.
Gli scontri causarono due morti, diversi feriti ed un processo con 74 imputati in attesa di giudizio. Era fredda, almeno così la descrissero i testimoni sopravvissuti, la mattina di quel terribile 7 gennaio. All’alba di quel giorno un gruppo di 30 braccianti di Carapelle si recò ad Ordona, deciso ad intraprendere un lavoro arbitrario, cioè senza richiesta del proprietario del fondo. A motivare l’azione lo stato di indigenza causato dalla disoccupazione invernale. A questa azione arbitraria i contadini di Ordona, la frazione dove insisteva il fondo “Boffa” - dove si recarono i 30 carapellesi - risposero con un’azione ancor più grave. Radunatisi in piazza al suono di una tromba, gli ordonesi assalirono i carapellesi intenti a compiere il lavoro arbitrario.
Gli scontri causarono due morti, diversi feriti ed un processo con 74 imputati in attesa di giudizio. Era fredda, almeno così la descrissero i testimoni sopravvissuti, la mattina di quel terribile 7 gennaio. All’alba di quel giorno un gruppo di 30 braccianti di Carapelle si recò ad Ordona, deciso ad intraprendere un lavoro arbitrario, cioè senza richiesta del proprietario del fondo. A motivare l’azione lo stato di indigenza causato dalla disoccupazione invernale. A questa azione arbitraria i contadini di Ordona, la frazione dove insisteva il fondo “Boffa” - dove si recarono i 30 carapellesi - risposero con un’azione ancor più grave. Radunatisi in piazza al suono di una tromba, gli ordonesi assalirono i carapellesi intenti a compiere il lavoro arbitrario.
Il volume è dedicato, con un gesto di grande sensibilità, «A Marian Macck che non ho mai conosciuto ma del quale ho scritto di una morte assurda. Marian Macck era un bracciante slovacco venuto a lavorare i campi di Capitanata. Marian è morto a 24 anni la sera del 17 agosto 2005 in località San Giusto nell’agro di Lucera, affogato in un vascone irriguo dove era scivolato mentre lavava stoviglie ed indumenti sporchi».
