L'Iraq e la sua storia sono da alcuni anni al centro dell'attenzione, anche editoriale, dell'Italia e del mondo intero. Ne ricostruisce la storia, dall’alba della civiltà a marzo del 2007, Iraq. Dai Sumeri a Saddam Hussein , il recente volume pubblicato nella collana «Oriente» dell'editore Capone (pp. 240, 23,00 euro). Autore è Vito Salierno, specialista in lingua e cultura urdu, che ha insegnato all’Università di Karachi ed ha diretto il Centro italiano di cultura in Pakistan.
Ha scritto Gianni Custodero in una recensione apparsa sulla «Gazzetta del Mezzogiorno»: «Salierno ripercorre i vari passaggi con esemplare capacità di sintesi ed utilizzando un ampio ventaglio di fonti, con particolare attenzione per quelle islamiche. La lunga stagione dell’Islam comincia a Quadisiyyah, nella primavera del 637, con la vittoria dei musulmani di Sa’d ibn Abi Waqqas sull’esercito dell’impero persianio dopo tre giorni di battaglia. Ed è subito scontro tra sciiti e sunniti: i primi riconoscono erede del profeta come guida religiosa e politica, Alì, cugino e genero di Maometto per aver sposato la figlia Fatimah; gli altri, invece, sostengono che né il Corano né la tradizione prevedono l’ereditarietà delle funzioni. L’assassinio di Alì, pugnalato nella moschea di Kufah in gennaio del 661, rende insanabile lo scisma. [...] Puntuale anche nella lettura delle vicende oltre il confine della cronaca, Salierno conclude il suo percorso lungo oltre cinque millenni citando Robespierre, l’incorruttibile protagonista della Rivoluzione francese, il quale sosteneva che "l’idea più stravagante che possa nascere nella testa di un uomo politico è quella di credere che sia sufficiente per un popolo entrare a mano armata nel territorio di un popolo straniero per fargli adottare le sue leggi e la sua costituzione" e che "nessuno ama i missionari armati"».
