Il giornalista della «Gazzetta del Mezzogiorno» Giuseppe Pascali, dopo il volume di due anni fa dal titolo La banda di Lecce. Dal Concerto cittadino alla Schipa-D'Ascoli, amplia le sue ricerche sulle associazioni bandistiche in Puglia pubblicando il suo nuovo Bande di Puglia. Il Teatro sotto le stelle (pp. 160, euro 13) edito ancora una volta, come il precedente, per Capone Editore di Lecce. Il volume è corredato di foto d'epoca di solisti e complessi bandistici pugliesi. Secondo l'autore, «Si tratta di un lavoro condotto “sul campo”: di molti concerti non si trova nulla di scritto ma tutto è stato riportato alla luce contando sulla memoria storica di alcuni musicanti della vecchia generazione».
Del libro ha scritto anche Gloria Indennitate sulle pagine dello stesso quotidiano di Pascali, che così sintetizza il percorso storico seguito dall'autore nella sua ricerca: «La prima banda civica salentina ad avere l’approvazione dell’amministrazione borbonica fu quella di Grottaglie nel 1828, seguita da quella di Montemesola, nel 1838. Ma la gran parte delle bande non si "regolarizzò", tanto che nel 1841 la polizia borbonica iniziò una spietata attività investigativa che portò molti complessi bandistici ad inquadrarsi nelle strutture amministrative locali del Regno borbonico. Il decreto, pubblicato il 7 marzo del 1841 sul «Giornale d'Intendenza di Terra d'Otranto» fissò i canoni cui le bande dovevano attenersi. Le bande pugliesi raggiunsero così un discreto livello musicale, anche perché ripetevano quei motivi che erano stati eletti veri e propri manifesti politici durante i moti popolari. Di grande prestigio furono i maestri di banda, molti dei quali passati alla storia non solo come direttori ma anche come compositori».
