Dopo aver pubblicato lo scorso anno Filosofi per caso (eravamo 4 amici al bar...), una serie di dialoghi e conversazioni fra amici di tematica filosofica, con il quale aveva vinto un premio di merito al concorso letterario internazionale Arché, il brindisino (ma nato a Gallipoli) Bruno Storella ha pubblicato da poco, per Il Filo Editore, un romanzo sempre con un sottofondo "filosofico", come è ben chiaro dal titolo stesso, Pane, Amore e... Filosofia (pp. 146, euro 16). L'autore si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Lecce, con la tesi Gaetano Salvemini e la questione meridionale, e in scienze turistiche. Collabora con varie riviste specializzate. Ha visitato vari Paesi, fra i quali gli Stati Uniti, dove ha soggiornato per un lunghi periodi, frequentando anche dei corsi di formazione e specializzazione in “Consulenza Filosofica” presso la Columbia University di New York. Nella sua città, ha aperto uno studio di consulenza filosofica, altemativa alla psicoanalisi.
Quella di Pane, Amore e... Filosofia è la storia di due docenti di filosofia, Claudio e Jean-Pierre, che si recano a Roma per tenere alcune conferenze durante i cinque giorni del Festival della Filosofia in svolgimento all’Auditorium. Tra lezioni filosofiche che toccano i più svariati temi di attualità, lunghe cene, feste, passeggiate, incontri galanti e innamoramenti, a emergere sarà la sagacia dei due amici, le loro battute intelligenti, gli aneddoti sui filosofi, la loro grazia di fini dicitori. Al termine del Festival, Claudio, che a Roma ha conosciuto Rossella, una giornalista della quale si innamora a prima vista, parteciperà alla regata velica Brindisi-Corfù. Con un finale inatteso, questo libro non soltanto si distingue per la sua piacevole ed accattivante forma divulgativa della filosofia, descritta con semplicità e chiarezza, ma soprattutto per il modo con il quale induce a far emergere come il pensiero e la riflessione siano strumenti indispensabili per assaporare e godere appieno della vita. Perché la vera filosofia non è quella che si esercita nel silenzio di una biblioteca o nella solitudine in una stanza chiusa, ma è quella che, mediante un’adeguata forma di comunicazione, può indurre ogni persona a confrontarsi, a dialogare, a discutere e a condividere.
