venerdì 30 gennaio 2009

"Stralune" di Antonio Errico

È stato presentato ieri a San Cesario di Lecce, a cura della locale associazione "L'alambicco di San Cesario" alla presenza di Giovanni Invitto (Preside della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università del Salento) e di Teo Pepe (Caporedattore Cultura del «Nuovo Quotidiano di Puglia») il nuovo libro di Antonio Errico, Stralune (pp. 152, euro 14) pubblicato alla fine di dicembre da Manni Editori e che giunge poco più di un anno dopo il suo lavoro precedente, Viaggio a Finibusterrae, di cui avevamo parlato qui e quelli ancora precedenti Tra il meraviglioso e il quotidiano (1985), Favolerie (1996), Il racconto infinito (saggio su Luigi Malerba, 1998), Fabbricanti di sapere. Metodi e miti dell’arte di insegnare (1999), Angeli regolari (2002), L’ultima caccia di Federico Re (2004), Salento con scritture (2005).

Come si legge in quarta di copertina, il romanzo parla di «un disertore che ritorna nella notte», di «Un romanzo con il linguaggio di un poema. Un poema che ha le storie e i personaggi di un romanzo». Ma del volume hanno scritto pubblicato diverse recensioni anche alcuni quotidiani pugliesi. Segnalo quella accorata, con colonna sonora dei Pink Floyd, di Vito Antonio Conte (il cui ultimo romanzo, Frammenti di un interno, segnalerò la prossima settimana) sul «Nuovo Quotidiano di Puglia», che scrive: «Mai così intrisa di amarezza la scrittura di Errico. Mai così melodiosamente dolce. Mai così profonda. Mai così sospesa. Mai così sua». E ancora, le parole di Elisabetta Liguori su «Paese nuovo», che così descrive la trama del romanzo: «Un ipotetico disertore sfuggito ad un'ipotetica guerra torna nella sua ipotetica casa e al suo ipotetico passato, finendo per cedere al ricatto del raccontarsi, qui inteso come esito drammatico ma necessario di un qualunque percorso. [...] Il tempo passato qui diventa soggetto attivo, attraverso il ricordo ad un'ombra/personaggio. L'ombra insegue la narrazione, la stimola e la rende più profonda, consapevole e acuta».