giovedì 19 febbraio 2009

"Il potere e chi lo detiene" di Rocco D'Ambrosio

Don Rocco D'Ambrosio è un sacerdote dell'Arcidiocesi di Bari (è nato infatti a Cassano delle Murge nel 1963), ma è anche docente di Filosofia politica presso la Facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma e la Facoltà teologica pugliese di Bari. È inoltre docente invitato di etica politica presso la Scuola superiore dell’amministrazione del Ministero dell’Interno a Roma. D'Ambrosio ha da pochi mesi pubblicato un nuovo saggio, per le Edizioni Dehoniane Bolognesi (EDB) dal titolo Il potere e chi lo detiene (pp. 212, euro 20). Questa pubblicazione segue diversi saggi precedenti, alcuni dei quali direttamente legati a personalità pugliesi del mondo cattolico. In generale ricordiamo Padre Serafino Germinario e il Partito Popolare in terra di Bari (Bari 1993); Ordine, umanità e politica. Saggio su Eric Voegelin (Bari 1995); La vigna di Nabot. Saggio di etica politica (Bari 2001; Madrid 2005); Istituzioni persone e potere (Soveria M. 2004); Il grembiule e lo scettro. Appunti su Chiesa e politica (Molfetta 2005); Serafino Germinario un prete scomodo (Bari 2007).

Questa sua ultima opera è invece tutta dedicata alla questione del potere. Dopo un primo capitolo in cui l'autore si sofferma sul Potere in sé, soffermandosi anche sui temi delle ideologie e della laicità, il secondo capitolo si concentra su Chi detiene il potere, sulle caratteristiche di responsabilità, la competenza, lo spirito di servizio, ma anche sulla violenza, l'autorefenzialità, la sete di potere, la brama di profitto. Il terzo e ultimo capitolo è invece dedicato a Chi circonda il potere: intellettuali, corti, collaboratori autentici. Filo rosso e guida ideale che attraversa tutto il volume è la figura di William Shakespeare, le cui citazioni dalle sue opere costellano tutta la riflessione di D'Ambrosio, uno studio frutto di un percorso di ricerca pluriennale su tematiche sociali e politiche, che privilegia la linea antropologica e quella etica. Il libro di D'Ambrosio è perciò rivolto a tutti, ma in particolare a chi detiene il potere e, come scrive Marilena Amerise in una recensione pubblicata sull'«Osservatore Romano», «per ricordare, come scrive Agostino, che i buoni leader, che promuovono veramente il bene comune, sono quanti non comandano nella "brama del signoreggiare", ma nel "dovere di provvedere"; non nell'"orgoglio dell'imporsi", ma nella "compassione del premunire"».