venerdì 15 febbraio 2008

Confronto sulla critica su «incroci»

Da alcune settimane è disponibile in libreria il nuovo numero della rivista semestrale di letteratura e altre scritture «incroci», pubblicata da Mario Adda Editore, che offre un numero monografico speciale dal titolo Confronto sulla critica, a cura di Daniele Maria Pegorari. Il ricco sommario presenta, tra gli altri, un saggio di Giorgio Bàrberi Squarotti (Le ultime rose di carta) seguito da quattro poesie, un articolo di Franco Buffoni (Riflessione autocritica sul poieîn) seguito da sei poesie, una 'meta-poesia' di Gianni D'Elia (La Musa irritata), un articolo di Guido Oldani (Le Termopili) seguito da sei poesie, un saggio di Francesco Muzzioli (Crisi, critica, criticità), un saggio di Marco Merlin (Abbasso la critica, evviva la critica. Leccatine a Frye e Cortellessa), un saggio di Stefano Guglielmin (Sulla linea anteremiana), un'intervista di Daniele Maria Pegorari a Roberto Deidier (Conversazione sulla 'nuova critica'), un saggio di Salvatore Ritrovato (Pensiero e mito meridiano. La poesia 'oltre' il Sud), un saggio di Vito Santoro (Narrare la post-realtà: la sfida del romanzo contemporaneo), un saggio del redattore del lit-blog Nazione Indiana Andrea Inglese (Per una critica telescopica: lirica moderna e sfondi antropologici), un saggio di Daniele Maria Pegorari (Il critico come testimone), un saggio di Paolo Zublena (Contro l'immediatezza e per la teoria) e un saggio di Fabio Moliterni (Lavoro critico e storia sociale della letteratura). Il saggio di Lino Angiuli, dal titolo Per un'ipotesi di 'critica relazionale', è consultabile anche qui.

Nell'Editoriale di Daniele Maria Pegorari si legge: «Facendo eco al clamore suscitato nell’ultimo anno da un intenso dibattito sullo stato della critica letteraria in Italia, sulla necessità o impossibilità (a seconda dei punti di vista, più o meno costruttivi) di una sua ridefinizione teoretica e metodologica e sulla crisi o inattualità (a seconda delle vocazioni, più o meno catastrofiche) della figura del critico – dibattito che inevitabilmente si allarga a una valutazione (più o meno sbrigativa, a seconda della generosità dei vecchi maestri) delle qualità scientifiche delle ‘nuove’ leve critiche (con un’età, cioè, compresa fra i trenta e i cinquant’anni) –, si è pensato di dedicare questo sedicesimo fascicolo ad un Confronto sulla critica. Onde evitare l’effetto di un dibattito tutto riservato ai più ‘giovani’ e differenziare il nostro contributo rispetto a iniziative solo parzialmente analoghe di altre riviste (si pensi ad alcuni meritori fascicoli di «Atelier» apparsi fra il 2002 e il 2003), il numero ospita nella prima parte (Poetiche e crisi della critica) saggi e riflessioni di alcuni ‘padri’ e compagni di strada dalle suole più consumate, nella precisa convinzione che nessuna pur legittima e doverosa esigenza di spazio e autonomia – avvertita dalle ultime due generazioni di critici italiani – possa giustificare il precoce accantonamento di un’alta lezione letteraria [...] La seconda parte del fascicolo (Prospettive e prospezioni della nuova critica) inter­pella, disponendoli in un più preciso ordine anagrafico, undici fra le più attive figure della critica italiana, nate fra il 1961 e il 1974: la loro caratteristica unificante - al di là della collocazione professionale, del territorio in cui sono attivi e delle predilezioni culturali - è l'ostinazione con cui perseguono l'incontro metodologico fra storiografia e 'scavo' mili­tante, nonché l'equilibrio costantemente mantenuto fra tensione etico-teoretica e analisi rispettosa e filologica della materia testuale. Alcuni di loro (Guglielmin, Ritrovato, Moscè) intervengono con indagini mirate a ricostruire zone specifiche della letteratura contempora­nea, oppure propongono panorami tanto ambiziosi quanto programmaticamente provvisori della narrativa (Santoro) e della lirica (Pegorari), altri scelgono la riflessione teorico-me­todologica sugli statuti della professione critica (Lupo, Inglese, Zublena, Molitemi), altri ancora hanno richiesto un taglio più giornalistico e militante (Deidier, Mansueto)».