Sta suscitando da giorni un ampio dibattito sui quotidiani regionali la pubblicazione del saggio di Vittoria Ribezzi dal titolo Scherzi d'ingegno. La fonte segreta del pessimismo leopardiano (Guida editori, pp. 145, euro 16,50). Al centro della ricerca è la cittadina di Latiano, nel brindisino: latianese è, come è noto, l’autrice del libro, Vittoria Ribezzi; latianese è l’autore di cui si parla, Francesco Antonio De Virgiliis; Latiano la città dalla quale questa vicenda parte. Mentre il punto d’arrivo si trova molto più lontano e consiste nell’aggiungere, oggi, un importante capitolo per una più completa conoscenza di uno dei massimi poeti della letteratura italiana e mondiale, Giacomo Leopardi. In sostanza l'autrice cerca di dimostrare la presenza dell'influsso culturale del latianese De Virgiliis all'interno del pensiero leopardiano.
Nella presentazione al volume, il prof. Nicola Ruggiero afferma: «Lo straordinario lavoro di scavo compiuto dalla prof.ssa Ribezzi, su indicazione di un antico manoscritto di famiglia, si riferisce all’unica opera che del suo conterraneo de Virgiliis sia riuscita a rintracciare, “Scherzi d’Ingegno” (Lecce 1677). Essa costituisce la più trasparente ed estesa fonte del pessimismo leopardiano, rimasta fino ad oggi sorprendentemente ignorata». Nicola Ruggiero delinea qui il presumibile percorso del libro, sicuramente noto in ambito romano e marchigiano, sia perchè in esso vengono celebrati i due cardinali della famiglia Imperiali, signori di Latiano, sia perchè un figlio del De Virgiliis fu al servizio della Corte papale. Inoltre un cardinale di origini marchigiane ebbe rapporti con la famiglia De Virgiliis. Il tomo, insomma, era quasi certamente presente nei conventi e, sapendo che il giovane Conte Monaldo venne in possesso di intere biblioteche “pagate a peso di carta” in seguito alla chiusura dei conventi, tra cui la libreria dei Cappuccini di Filottrano, nelle Marche, non ci sarebbe nulla di strano se Scherzi d’Ingegno fosse finito nella biblioteca di casa Leopardi. «Passeranno gli anni – conclude Ruggiero – ma chiunque vorrà capire quali siano state le fonti di ispirazione del sommo Recanatese non potrà fare a meno di esaminare l’opera del de Virgiliis».