Ancora dal Salento, per segnalare oggi un romanzo, un nuovo romanzo di Nastassia, pseudonimo di Anna Maria Pinto, dal titolo La casa di Marte e Venere (Editrice Salentina, pp. 224), che arriva dopo la trilogia degli anni scorsi conclusa con il romanzo Nevermore di due anni fa. Una storia d’amore cruenta, nella quale la protagonista canta la marginalità e la differenza per ritrovare l’ultima possibile vena di autenticità e poesia, misurandosi con gli altri i cosiddetti «uguali», ovvero con la gente comune, quelli chele statistiche definiscono «normali». Amore, passione, ma anche ira e odio. Ha scritto Dino Levante: «Nelle pagine si nota la creazione del contrasto tra superficie e profondità, tra un’esistenza al limite e gli agognati sentimenti eterni, quelli senza tempo immersi nel regno immaginario creato, dove si muovono Eleonora, Salvo, Roses e Mattia con le loro personali passioni, inquietudini, emozioni».
In un passo del romanzo si legge: «Il nulla e il tutto si fondono e si confondono in un buio profumato di miele. "Mai più, mai più, mai più!", ripeteva Eleonora con voce lenta, una voce che si perdeva, si fondeva con la musica, raccogliendo il fantasma del Trovatore. "Perché tanta morte?", chiedevano già ai tempi di Verdi. "Ma non è morte tutta la vita?", aveva risposto il maestro. "Che cosa intendi fare, Eleonora?". "Amare. Amare ancora di più. Chi? Lui. Io. Sì, e ancora di più". "Sto per morire", Eleonora pensò con cupa gioia».