È stato il racconto Puglia a braccia aperte dello scrittore tunisino Hèdi Bouraoui, ormai da molti anni residente in Canada, dopo essersi laureato in Europa, e quindi testimonial per eccellenza dell'attraversamento oltre che dello scambio di culture (la trans-culturalità è infatti la cifra attorno alla quale ruota tutta la sua opera letteraria) ad aprire la sesta edizione di Building Apulia. La Puglia che scrive, che edita, che parla di sé, la manifestazione organizzata dalla Teca del Mediterraneo - Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia, che prende il posto, pur in una sostanziale continuità, della rassegna Percorsi Identitari. Building Apulia, come già negli anni scorsi Percorsi Identitari, ospita nel 2009 un ricco programma di eventi, presentazioni, giornate a tema e seminari, tutti dedicati alla produzione editoriale pugliese. Da quest'anno, inoltre, PugliaLibre è partner della rassegna per quanto concerne la comunicazione degli incontri, la valorizzazione delle pubblicazioni, il mettere in rete autori, editori e lettori prima e soprattutto dopo la presentazione dei volumi indicati nel calendario. Tutto ciò sarà ufficialmente attivo con l'apertura ufficiale, prevista tra pochi giorni, del nuovo sito web di PugliaLibre.
Il racconto di Hédi Bouraoui al centro della presentazione di oggi è stato pubblicato dalla Wip Edizioni di Bari con il contributo del Dipartimento di Lingue e letterature francofone dell'Università di Bari, ed è stato tradotto da Nicola D'Ambrosio, docente dell'Università degli Studi di Bari, residente ad Acquaviva delle Fonti. Sul sito web della Wip Edizioni sono peraltro disponibili importanti materiali video per chi volesse approfondire la conoscenza dell'autore e della sua opera. Puglia a braccia aperte chiude una trilogia dello scrittore tunisino (le opere precedenti sono state pubblicate in Italia dalla stessa casa editrice) e ha il grande merito di aver posto all'attenzione dell'editoria mondiale (pubblicato a Toronto in francese, è stato anche tradotto in inglese) la Puglia e le sue caratteristiche più pregevoli: il paesaggio, le persone, ma soprattutto l'accoglienza, vera parola chiave del volume e dell'incontro di questa mattina, richiamata anche da Cesare Colafemmina, già docente dell'Università di Bari e uno dei maggiori esperti pugliesi di ebraismo. Colafemmina ha infatti rilevato come il racconto di Bouraoui ricordi nello stile un genere letterario dell'ebraismo spagnolo e siciliano, pre-islamico ma che ha goduto di grande fortuna proprio successivamente nell'Islam mediterraneo: la Kasìda, descrizione di un viaggio alla ricerca dell'amico o della persona amata: e questa persona amata altri non è che, nel libro di Bouraoui, la Puglia stessa. Sempre Colafemmina ha ricordato l'esperienza degli ebrei scampati alla Shoah e rifigiuatisi presso Nardò nel 1943, prima di salpare verso Israele, e di come in quegli stessi anni gli eredi delle popolazioni ebraiche vissute in Puglia fino al XVI secolo e poi cacciate in diversi luoghi del Mediterraneo dai "Re cattolici" di Spagna, pregassero ed elevassero ancora canti nella lingua dei loro antenati, con fortissimi accenti pugliesi.
