domenica 23 dicembre 2007

Officina, una nuova collana Stilo


La casa editrice Stilo ha inaugurato da poche settimane Officina, una nuova collana di ricerche letterarie, diretta dal prof. Daniele Maria Pegorari dell'Università di Bari. La collana di saggi e di testi commentati è orientata alla valorizzazione dei talenti critici che, nati all'interno delle facoltà universitarie, non vi trovano poi lo spazio adeguato per la diffusione delle loro ricerche. La varietà degli orizzonti crono-geografici e metodologici di Officina ne salvaguarda la massima ricettività ai temi del dibattito critico contemporaneo.

Il primo volume della collana è ad opera di Francesco Medici, giovane studioso barese che ha diviso i suoi studi tra l'italianistica e l'arabistica, e che ha già curato e tradotto per le Edizioni San Paolo alcune opere del poeta e pittore libanese Kahlil Gibran, di cui è tra i maggiori studiosi a livello internazionale. Nel saggio di Medici, dal titolo Luzi oltre Leopardi. Dalla forma alla conoscenza per ardore (pp. 176, euro 14), si «indaga la presenza del Recanatese nella coscienza poetica e critica di Mario Luzi, con particolare riferimento alla prima produzione luziana da La barca (1935) a Onore del vero (1957). Leopardi si rivela per Luzi un modello irrinunciabile da cui avviare una rifondazione della poesia a partire dalla sublimazione della vicissitudine nella forma, fino al suo stesso superamento in favore di una conoscenza animata dall’ardore della realtà».

Il secondo volume è la prima traduzione italiana dell'opera teatrale Montezuma (pp. 384, euro 20) di Giuseppe Antonio Borgese, composta durante l'esilio americano degli anni Trenta e Quaranta. La traduzione, insieme a un ampio saggio introduttivo e al commento, è ad opera di Sabina Colella, giovane studiosa di Monopoli che ha concentrato i suoi studi sulla figura dell'intellettuale siciliano e della letteratura sulla conquista del Messico. Il testo di Borgese è «un libretto d’opera in versi sulla conquista del Messico, che vide contrapposti il condottiero spagnolo Hernán Cortés e il leggendario re azteco Montezuma: dietro la filigrana epica, affidata alla suggestiva voce fuori campo dello storico Bernal Díaz del Castillo, si cela una violenta polemica contro il nazionalismo fascista, ispiratore di un colonialismo tardivo».

Via: http://www.stiloeditrice.it/