La morte (reale? O soltanto sognata?) di un giovane rampollo dell’alta società americana, direttore di un importante quotidiano della carta stampata, cambia all’improvviso la vita di tutti coloro che gli erano vicini: i familiari, la compagna, gli amici più stretti. La stessa mente del giovane Mark De Rose, dopo la morte, continua a osservare tutto ciò che accade intorno a lui e a ricordare i momenti più belli della sua vita, come i primi incontri con la bionda Carol o la vacanza in Giamaica con gli amici di sempre. Una vita senza sbavature, senza rinunce e senza complicazioni, trascorsa agli apici della vita sociale e del successo, che si spegne (ma non è detto...) all’improvviso. Può riassumersi così la vicenda raccontata in Tarsia (Stilo Editrice, pp. 176, euro 12), esordio narrativo di Nicola Tenerelli, già autore per la stessa casa editrice barese del saggio Didattica e intercultura tra Italia e Albania, docente di storia e filosofia nei licei e giornalista.
Di Tarsia si legge in quarta di copertina che è «un romanzo nato per gioco e tenuto a lungo nel cassetto. Umori e riflessioni, domande, gioie e amarezze, si alternano e danzano tra loro, in attesa del lettore che gusti il piacere di incastonarne i diversi frammenti, sollecitato dalla curiosità per la vita di successo del giovane Mark. In un istante tutto cambia: amore, affetti, amicizie, ogni evento diventa diverso, ogni situazione entusiasmante; emozioni e pensieri si muovono in un universo nuovo, la vita acquista un altro significato. Tarsia è un viaggio nella complessità del nostro vivere, che rivela il suo fascino misterioso e sorprendente anche quando lo si avverte soffocante e noioso. Un messaggio per l’uomo post-moderno fagocitato dalla tecnologia e dalla velocità, che non si ferma a ripensare se stesso. "Pensa!", se vuoi che qualcosa di bello e nuovo ti possa accadere».
Via: http://www.stiloeditrice.it/
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