Il romanzo d'esordio di Omar Di Monopoli, Uomini e cani (pp. 240, euro 13), pubblicato per le Edizioni Isbn di Milano (del gruppo Il Saggiatore) ha vinto la nona edizione del Premio opera prima «Edoardo Kihlgren», assegnato lo scorso anno a Roberto Saviano per Gomorra. Al secondo posto si è classificato Sasa Stanisic con La storia del soldato che riparò il grammofono, mentre terza si è classificata Alessandra Soresina con A piedi nudi. Il giovane autore pugliese, nato a Manduria, dove risiede e lavora, nel 1971, è al suo esordio narrativo, dopo aver collaborato alla stesura della sceneggiatura del cortometraggio La caccia, inserito nel lavoro collettivo A Levante prodotto dalla Provincia di Lecce e dalla Saietta Film di Edoardo Winspeare, e dopo aver curato, come egli stesso riferisce in un'intervista, alla rivista Tabula rasa dell'editore Besa. Del fortunato romanzo di Di Monopoli sono disponibili, sul sito internet della casa editrice, un gran numero di recensioni apparse, nei mesi scorsi, su moltissimi quotidiani e riviste nazionali e regionali.
Quello di Di Monopoli è, comunque, un romanzo molto legato alla Puglia. Un «western salentino» è il sottotitolo che gli viene affidato in frontespizio. In un Salento lontano anni luce da quello da cartolina, il comune di Languore progetta di trasformare una salina in parco naturale. E gli eventi si mettono in moto.Il sindaco è giovane e ottimista, Milena bella e spaventata. Nico ha perso tutto, tranne se stesso. Don Titta Scarciglia maneggia e corrompe. I Minghella addestrano cani e figli da combattimento e Pietro Lu Sorgi, l’eremita, annienta chiunque invada il suo territorio. Una tragedia greca, un western corale e inarrestabile.L’antico equilibrio è spezzato. Il sangue inizia a ingrassare la terra. Lo stesso sangue che "bagna" in maniera inedita la copertina del romanzo, scalfendo il tradizionale bianco delle edizioni Ibsn. Sempre per la stessa casa editrice, del resto, Omar Di Monopoli è in procinto di pubblicare (sarà in libreria dal prossimo 26 giugno, e sicuramente torneremo a parlarne), il suo secondo romanzo, Ferro e fuoco, stavolta ambientato nelle campagne della Capitanata, tra i migranti impiegati nella raccolta dei pomodori e i loro caporali. Segnalo infine con interesse l'esperienza di Omar Di Monopoli come autore e redattore nel campo della piccola (e grande) editoria, con le sue stesse parole: «Io ho lavorato per anni coi piccoli editori, e conosco bene i meccanismi editoriali [...]. Ma ciò che ha fatto la differenza - credo di poterlo dire, spero, senza timore d’essere tacciato di presunzione - è la qualità del lavoro. Per anni ho inviato racconti e romanzi in giro per l’Italia, senza che nessuno mi considerasse di striscio. Stavolta ho avuto numerose offerte, segno che evidentemente la mia scrittura era maturata al punto giusto. Alla fine ho scelto quelli di ISBN perché sono giovani e in gamba, hanno creduto in me e soprattutto mi hanno fatto capire l’importanza di uno sguardo “a lunga distanza”. Mettere a segno un libro è un conto, cominciare a percepirti come uno scrittore è tutt’altra cosa».
